Ultimo aggiornamento 31/10/2018 12:26

  • Chi siamo
  • Contatti
  • Parkinsontool
  • Newsletter
  • Area riservata
    • Registrati
    • Login
    • Il tuo profilo

Un nuovo sito targato WordPress

Ultime notizie

  • Storia della malattia di Parkinson (cenni)
  • Diagnosi della malattia di Parkinson
  • Helicobacter pylori possibile fattore predisponente o causa diretta della malattia di Parkinson
  • Nuove prospettive per la cura del Parkinson con la coltura degli organoidi
  • Parkinson. Apple Watch, sarà in grado di monitorare tremori e discinesia
  • Home
  • News
  • Questioni pratiche
    • Origine e cause
    • Segni sintomi
    • Diagnosi
    • Parole e Parkinson
      • fase iniziale
      • fase avanzata
    • Terapie
      • Fase iniziale
      • Fase avanzata
    • Attività fisica e riabilitazione
      • Fase iniziale
      • Fase avanzata
    • Attività quotidiana
      • Fase iniziale
      • Fase avanzata
    • Emergenza/urgenza
  • TOP TRENDS
  • Calcolatori e Linee guida
  • Casi clinici
  • EDU-Action paziente e familiare
    • News dal mondo
    • Origine e cause
    • Sintomi e diagnosi
    • Terapie
      • Fase iniziale
      • Fase avanzata
    • Farmaci
    • Parole e Parkinson
      • Fase avanzata
      • Fase iniziale
    • Attività fisica e riabilitazione
      • Fase iniziale
      • Fase avanzata
    • Attività quotidiana
      • Fase iniziale
      • Fase avanzata
    • Emergenza/Urgenza
  • ricerca avanzata

Lo stop di Pfizer alla ricerca su Parkinson e Alzheimer non è una resa

Gen 15, 2018 Redazione EDU-Action - News, News, TOP TRENDS 0


parkinson-pfizer-merk-ricerca-vescovi-parkinsontoolLa decisione della multinazionale Pfizer, di cessare lo sviluppo di farmaci per la malattia  di Parkinson e  di Alzheimer segue di poco l’analoga decisione presa dalla Merck. Sulla decisione, il medico e ricercatore Angelo Luigi Vescovi dice di non essere sorpreso, per svariate ragioni che spiega in un articolo scritto per l’Agenzia Agi che pubbilchiamo  qui di seguito.

“In primis, lo sviluppo di farmaci e terapie per le malattie neurologiche rappresenta di fatto uno dei settori più complicati e difficili, vuoi per la natura dell’organo bersaglio – mille miliardi di cellule nervose che intrattengono relazioni funzionali l’una con l’altra, a creare un sistema di una complessità i cui numeri, se analizzati nel dettaglio, superano il numero di stelle nell’universo conosciuto – vuoi per la sua scarsa accessibilità e fragilità.
Si aggiunga a questo il fatto che lo sviluppo di un farmaco classico richiede un percorso medio di sviluppo di circa 15 anni, che i costi ruotano facilmente intorno alle migliaia di miliardi di dollari e le procedure burocratiche che sottendono alla approvazione in varie fasi ed alla registrazione di un medicinale di questo genere sono intricate e lunghissime, e viene da chiedersi come, in realtà, queste defezioni non si siano manifestate ben prima. Quanto appena detto è sicuramente vero ed importante, ma rappresenta solo la punta di un iceberg di natura forse un po’ differente da quanto può apparire.Le difficoltà delle grandi compagnie
Mi spiego. Vedete, il modo di fare ricerca delle multinazionali, per quanto vada cambiando negli ultimi anni, resta ancorato a schemi fissi, molto rigorosi, ma anche drammaticamente inefficienti, per molti aspetti che hanno a che fare con processi interni di valutazione del rischio, amministrazione, burocrazia spesso esasperata, gigantismo di alcune sezioni di ricerca e sviluppo, spesso ancorate a metodologie che in un mondo in rapidissima evoluzione come questo diventano rapidamente inefficienti se non obsolete. In una situazione in cui si richiede creatività, flessibilità, innovazione ed un altissimo turnover di idee, approcci e personale, le grandi compagnie farmacologiche si possono trovare in seria difficoltà, e direzionare le risorse verso settori potenzialmente più proficui può divenire una necessita inderogabile, come nei casi sopraccitati.

E quindi, che succede ora? Non bisogna scoraggiarsi poiché, se la notizia effettivamente non è buona, le soluzioni sono in campo e lo sono da tempo. Sì, perché vi è un elemento che in questo blog non è ancora emerso ma che è in realtà fondamentale. Il farmaco classico, come lo conosciamo oggi, è concettualmente obsoleto e lo è da tempo. Nasce da un approccio che affonda le sue radici nel concetto che, dato un organo o un tessuto alterato, malato o danneggiato, si possa intervenire con una singola molecola, in genere di estrazione iniziale naturale o di sintesi chimica, per curare. La cura, più spesso che no, è intesa come risoluzione del sintomo, molto più raramente della causa.

Ora, anche senza essere degli esperti, si può comprendere come pensare d’intervenire con una singola molecola per tamponare effetti con mille ramificazioni in sistemi complessi come quello cerebrale sia a dire poco semplicistico. Credo che parte degli insuccessi derivino dal fatto di approcciare un problema di questa natura con un metodo che data ben oltre duemila anni… ma le cose sono cambiate e stanno cambiando rapidamente.

Consci di quanto appena detto, ci si è da tempo indirizzati verso lo sviluppo di terapie molto più mirate, precise ed articolate e ramificate nei loro meccanismi d’azione curativi. A cominciare dai biofarmaci, molecole di natura biologica in grado, a differenza di un farmaco classico, d’innescare nell’organo bersaglio non un’azione ma tantissimi effetti terapeutici, spesso combinati e sinergici, con meccanismi in cui un singolo fenomeno innescato dal biofarmaco viene amplificato miliardi di volte con meccanismi a cascata. Vi sono poi i farmaci cellulari, o meglio le cellule usate come veri e propri farmaci. Ma una cellula non è una molecola singola, ma un’entità vivente e, se del tipo giusto, in grado di “leggere” il sistema danneggiato e intervenire con migliaia di strumenti diversi a sua disposizione per lenire, riparare e guarire – sono le famose terapie cellulari. E poi vi sono gli anticorpi – una possibile terapia per l’Alzheimer è in fase di avanzato studio clinico proprio con queste biomolecole – la terapia genica, e tecniche recenti di correzione in situ dei danni genetici (il famoso genome editing di cui si parla molto).

Occhi puntati sul biotech
Sono le società di biotecnologie che stanno sviluppando queste tecniche. Sono in genere piccole società ma che crescono rapidamente e, non stupitevi, sono continuamente sotto osservazione delle grandi società farmaceutiche. Ma non perché queste ultime temano questo sviluppo, ma proprio per il motivo opposto. Le grandi società trovano nel settore biotech l’innovazione ed il dinamismo che spesso manca loro internamente e monitorizzano e supportano anche con ingenti finanziamenti il settore biotech per poi cogliere le occasioni di maggiore successo quando queste arrivano a fruizione.

In realtà, quanto successo con Pfeizer, Merck e altre grandi industrie farmacologiche non è una defezione definitiva e drammatica, ma il semplice segno di un cambiamento epocale nel modo di fare medicina e sviluppare terapie, che ci porta verso obiettivi molto più ambiziosi di quelli che potevamo anche solo immaginare una decina di anni or sono. Cambiare è doloroso, può spaventare ed è umano spaventarsi, ma in una visione del problema più obiettiva e globale, stiamo solo assistendo al cambiamento di un mondo, quello dello sviluppo delle terapie, che va verso un futuro migliore. Di questo sono assolutamente certo.

Il vero problema è sempre il solito: investire nel nuovo. E per investire ci vuole coraggio, spirito d’impresa, visione prospettica e l’allocazione di energie emotive ad un tema che è patrimonio di tutti gli esseri umani: la ricerca.

Lascio al lettore giudicare se tale investimento emotivo al giorno d’oggi sia sufficiente… io al bar il lunedì vedo persone che litigano animosamente per supposti calci di rigore, strategie di mercato giocatori. Dateci un decimo di quell’attenzione ed i conseguenti investimenti che dietro tale pressione sociale ne conseguirebbero in ricerca e sviluppo e la terapia per Parkinson ed Alzheimer ve la trovano i ricercatori. Le lacrime da coccodrillo quando si hanno notizie come quella commentata qui sono davvero poco utili e anche un pochino fuori luogo… scusate.”

Fonte
Perché lo stop di Pfizer alla ricerca sul Parkinson non è un segnale di resa.Agi salute.09 gennaio 2018,22:45

 

Print Friendly, PDF & Emailstampa / estrai PDF / invia email

  • biotech, pfizer, ricerca
  • tweet
Il Parkinson si propaga lungo autostrade neuronali La caffeina del sangue possibile marker di malattia di Parkinson

Redazione

Invia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati
  • Mitsubishi acquisisce NeuroDerm per lo sviluppo di leodopa/carbidopa liquida nel Parkinson
    Mitsubishi acquisisce NeuroDerm per lo...

    Lug 26, 2017 Commenti disabilitati su Mitsubishi acquisisce NeuroDerm per lo sviluppo di leodopa/carbidopa liquida nel Parkinson

  • Loganina nel Parkinson? Primi studi sui frutti del Cornus per effetti neuroprotettivi
    Loganina nel Parkinson? Primi studi sui...

    Apr 07, 2017 0

  • Al via il network di eccellenza per la ricerca sul Parkinson
    Al via il network di eccellenza per la...

    Nov 21, 2016 0

  • Retina biomarker per diagnosi precoce di Parkinson
    Retina biomarker per diagnosi precoce...

    Set 20, 2016 Commenti disabilitati su Retina biomarker per diagnosi precoce di Parkinson

Altri del genere
  • Helicobacter pylori possibile fattore predisponente o causa diretta della malattia di Parkinson
    Helicobacter pylori possibile fattore...

    Ott 31, 2018 Commenti disabilitati su Helicobacter pylori possibile fattore predisponente o causa diretta della malattia di Parkinson

  • Nuove prospettive per la cura del Parkinson con la coltura degli organoidi
    Nuove prospettive per la cura del...

    Ott 31, 2018 Commenti disabilitati su Nuove prospettive per la cura del Parkinson con la coltura degli organoidi

  • Parkinson. Apple Watch, sarà in grado di monitorare tremori e discinesia
    Parkinson. Apple Watch, sarà in grado...

    Giu 07, 2018 0

  • “Noi Parkinson”: la nuova  app che aiuta i pazienti e i caregiver nella vita quotidiana
    “Noi Parkinson”: la nuova app...

    Mag 22, 2018 Commenti disabilitati su “Noi Parkinson”: la nuova app che aiuta i pazienti e i caregiver nella vita quotidiana


  • Segni e sintomi
    • Diagnosi
  • Parole e Parkinson
  • Terapie
    • fase iniziale
    • fase avanzata
  • Farmaci
    • fase iniziale
    • fase avanzata
  • Dispositivi
    • fase iniziale
    • fase avanzata
  • Attività quotidiana
    • fase iniziale
    • fase avanzata
  • Attività fisica e riabilitazione
    • fase iniziale
    • fase avanzata
  • Emergenza/urgenza
  • Glossario

Cerca per argomento e/o destinatario

categorie
destinatari
ricerca avanzata

News dal mondo ▶

Helicobacter pylori possibile fattore predisponente o causa diretta della malattia di Parkinson

Helicobacter pylori possibile fattore predisponente o causa diretta della malattia di Parkinson

31 Ottobre 2018
Nuove prospettive per la cura del Parkinson con la coltura degli organoidi

Nuove prospettive per la cura del Parkinson con la coltura degli organoidi

31 Ottobre 2018
Parkinson. Apple Watch, sarà in grado di monitorare tremori e discinesia

Parkinson. Apple Watch, sarà in grado di monitorare tremori e discinesia

7 Giugno 2018
MRgFUS. Il nuovo  strumento che cura  i tremori del  Parkinson

MRgFUS. Il nuovo strumento che cura i tremori del Parkinson

9 Maggio 2018
Una corsa per il Parkinson: si marcia al Run for Parkinson’s

Una corsa per il Parkinson: si marcia al Run for Parkinson’s

4 Maggio 2018
Avviato il ParkLink Bologna, un progetto di monitoraggio e cura dei pazienti con Parkinson

Avviato il ParkLink Bologna, un progetto di monitoraggio e cura dei pazienti con Parkinson

18 Aprile 2018
Scoperto uno dei fattori alla base della morte delle cellule nervose nella malattia di Parkinson

Scoperto uno dei fattori alla base della morte delle cellule nervose nella malattia di Parkinson

26 Marzo 2018
Una lacrima potrebbe aiutare a diagnosticare la malattia di Parkinson

Una lacrima potrebbe aiutare a diagnosticare la malattia di Parkinson

21 Marzo 2018


Edu-action per il paziente

  • Attività fisica e riabilitazione
  • Attività quotidiana
  • Dispositivi
  • Emergenza/Urgenza
  • Farmaci
  • News
  • Parole e Parkinson
  • Sintomi e diagnosi
  • Terapie

Top trends

  • Lo stop di Pfizer alla ricerca su Parkinson e Alzheimer non è una resa
    Lo stop di Pfizer alla ricerca su Parkinson e Alzheimer non...

    Gen 15, 2018 0

  • Prendersi cura del paziente con Parkinson. La realtà del caregiver nel rapporto Censis
    Prendersi cura del paziente con Parkinson. La realtà del...

    Dic 06, 2017 0

  • Parkinson: aumentano i casi. I pazienti imparino dalla campagna HIV/AIDS
    Parkinson: aumentano i casi. I pazienti imparino dalla...

    Nov 18, 2017 0

  • Pazienti con Parkinson: aderenti alle terapie, ma uomini più depressi. Una survey online
    Pazienti con Parkinson: aderenti alle terapie, ma uomini...

    Nov 13, 2017 0

  • Farmaco per l’asma (salbutamolo)  cura il Parkinson? Forse
    Farmaco per l’asma (salbutamolo) cura il Parkinson?...

    Set 04, 2017 1

Cerca

Rubriche

  • La MP nella storia

Link utili

  • I diritti di chi soffre di malattia di Parkinson
    diritti-del-malto-con-parkinson-leggi-parkinsontool
  • Accademia LIMPE DISMOV
  • EPDA European Parkinson’s Disease Association
  • Associazioni pazienti con malattia di Parkinson
  • Come partecipare a studi clinici (Fox Trial Finder)

Video

- La tangoterapia

Parkinsontool è un progetto in continuo aggiornamento di MEDIFARMA WEB una Divisione di We Web Company Srl una società iscritta all'Ufficio del Registro delle Imprese di Milano, numero R.E.A.: MI­1705051. nonché nel Registro degli Operatori di Comunicazione al numero 17753 Tutti i diritti riservati, © copyright 2015 We Web Company Srl | P.IVA 03839010968 | Sede Legale: Via Carlo Maria Maggi, 14 - 20121 Milano (Italia) - Uffici: Via Varazze 4 - 20149 Milano (Italia) - Piazza Giulio Cesare, 18 - 20144 Milano (Italia)
Informativa sulla privacy e sui cookies
  • Segni e sintomi
  • Parole e Parkinson
  • Terapie
  • Farmaci
  • Dispositivi
  • Attività quotidiana
  • Attività fisica e riabilitazione
  • Emergenza/urgenza
  • Glossario
Clicca qui per visualizzare la policy sulla Privacy e sui cookies nascondi
Policy su privacy e cookies

Privacy Overview

This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessario
Sempre attivato

Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.

Non necessario

Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.