Ultimo aggiornamento 31/10/2018 12:26
Nov 18, 2017 Redazione EDU-Action - News, News, TOP TRENDS 0
Tra il 1990 e il 2015, la prevalenza della malattia di Parkinson è più che raddoppiata raggiungendo circa 6,9 milioni di persone in tutto il mondo. In Italia sono timati 300 mila pazienti con diagnosi, ma se ne stiamo almeno il doppio. Entro il 2040 il numero di persone con Parkinson potrebbe aumentare a 14,2 milioni con l’invecchiamento della popolazione.
Nel tentativo di combattere questa crescente pandemia, gli autori di un articolo pubblicato recentemente su JAMA Neurology sostengono che la comunità medico-scientifica dovrebbe applicare al Parkinson le stesse strategie che hanno trasformato l’HIV/AIDS da una malattia sconosciuta e fatale, in una condizione cronica altamente trattabile.
Gli autori osservano che “le pandemie sono solitamente equiparate a malattie infettive come Zika, influenza e HIV, ma i disturbi neurologici sono oggi la principale causa di disabilità nel mondo e la crescita più rapida è per la malattia di Parkinson”.
Il loro articolo riecheggia un altro studio, il “Global Burden of Disease“, che è apparso in The Lancet Neurology a settembre 2017. Lo studio ha monitorato la prevalenza di malattie neurologiche come la malattia di Parkinson, Alzheimer, ictus, epilessia, meningite, encefalite, sclerosi multipla ed emicrania, sia a livello globale che per singolo paese.
Gli esperti osservano che le persone con infezione da HIV hanno semplicemente richiesto trattamenti migliori e si sono mobilitati con successo sia per aumentare la consapevolezza che per la ricerca di nuovi trattamenti, incatenandosi letteralmente alle porte delle aziende farmaceutiche. Oggi l’HIV è diventato una malattia curabile e cronica. Diconno gli autori: “L’aumento del numero di pazienti con Parkinson è sorprendente e, francamente, preoccupante. Riteniamo che sia urgente che le persone affette da questa patologia si attivino presso l’industria farmaceutica e i responsabili politici, richiedendo un’azione immediata per combattere questa enorme minaccia”.
Rimanendo nell’esempio della campagna per l’HIV/AIDS, gli autori osservano che “per troppo tempo la comunità del Parkinson è stata troppo tranquilla su questi temi”. Richiamando il motto “silenzio uguale morte” della comunità che ha guidato la lotta all’HIV/AIDS, “la comunità del Parkinson dovrebbe far sentire la propria voce “.
Gli accademici sostengono che anche l’accesso alle cure per il Parkinson, una condizione altamente curabile,- è limitato. Negli Stati Uniti, ad esempio, oltre il 40% delle persone con Parkinson di età superiore ai 65 anni non vede un neurologo, mentre un sondaggio online di 35 paesi europei ha dimostrato che il 40% degli intervistati non ha mai visto uno specialista del Parkinson. Nelle nazioni meno abbienti, molti non vengono mai diagnosticati.
Governo, organizzazioni di pazienti, ricercatori, medici e pazienti, secondo lgi autori, devono quindi lavorare insieme per una cura migliore per coloro che vivono con questa malattia e per la ricerca di un futurolibero da malattia di Parkinson.
Fonte
The Parkinson Pandemic—A Call to Action. JAMA Neurol. Published online November 13, 2017. doi:10.1001/jamaneurol.2017.3299
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